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The Fratellis – Half Drunken Under a Full Moon, album review

Scritto da on 13 Aprile 2021

L’aria di primavera ci dona spesso un vento portatore di speranza, freschezza e rinnovamento. Parole che vanno di moda in questo periodo di pandemia, ma che si prestano in maniera quasi spontanea all’album che oggi voglio recensirvi.
Come ben sapete cari ascoltatori, adoro questa band e dopo il loro nuovo album non potevo non parlarvene.

Infatti, a tre anni di distanza dallo spumeggiante “In Your Own Sweet Time”, che raggiunse la top5 nelle classifiche d’Oltremanica, i Fratellis sono tornati alla carica col loro sesto album.

Lavoro che, sia musicalmente che stilisticamente, segue le orme del precedente ma ricalca anche le vibrazioni e le sfumature della carriera solista di Jon, la voce della band.
Il titolo è squisitamente appariscente: “Half Drunken Under a Full Moon”, ovvero mezzo ubriaco sotto una luna piena. Metafora di un senso di spensieratezza, relax e fantasia che la musica del trio scozzese cerca di replicare, con risultati a volte ragguardevoli.

A 15 anni dal celeberrimo “hit-maker”, Costello Music, i Fratellis hanno avuto un’evoluzione musicale incredibile, condita da trionfi, scissioni, reunion e varie fonti di ispirazioni.
Seguendo il filone del fortunato album precedente, i ragazzi di Glasgow continuano a subire le influenze dei Sixties e del glam-rock made in UK.
Infatti, Beatles, Slade e i T-Rex del grande Marc Bolan sembrano essere i modelli di riferimento di questo creativo lavoro.

A ciò però vanno aggiunti i conterranei Pretenders e magari anche gli Housemartins, portatori di quella ironia sottile e gioiosa tipica degli scozzesi e quindi delle canzoni dei Fratellis.

L’album è composto da 10 tracce, di cui la prima è proprio la canzone che dà il titolo all’album, nonchè mio pezzo preferito.
Una traccia destinata a diventare iconica per gli storici fan della band. L’evoluzione musicale si dimostra subito lampante, come testimoniano i cori in falsetto tipici di Jon e gli archi.

La title-track è seguita da “Need a Little Love”, una canzone d’amore che ricorda il suono dei FabFour e che dà all’album quel tocco di brio e allegria così tipico dei Fratellis.
“Lay Your Body Down” invece ricorda le vibrazioni di “Take me home, country road”, una canzone che ricorda le avventure dei tempi passati, con un solido Mince che ben si comporta alla batteria. Segue “The Last Songbird”, il pezzo più energico, più rockeggiante che ricorda molto i suoni di “Eyes Wide, Tongue Tied” (album della band uscito nel 2015), con la solita atmosfera sessantottina e una deliziosa linea di basso targata Barry.

La prima parte del disco si conclude con “Strangers In The Street”, una ballata con campanelline quasi natalizie, interpretata in featuring con P.P. Arnold, corista nei Sessanta di Tina Turner.

“Living In The Dark” apre la seconda parte dell’album, un pezzo tipicamente Fratellis che ricalca lo stile indie dei primi Duemila adattato ad una fantasiosa atmosfera dei Sixties. Anche qui si distingue Barry al basso, si denotano influenze dei Travis, altra rock band made in Scotland.
“Action Replay” è probabilmente la canzone che più risente delle influenze solistiche di Jon, ma anche quella con un testo più ricercato e profondo che la voce della band sa regalare.

“Six Days In June” fu il primo singolo estratto dall’album lo scorso anno. Condito anche da un divertentissimo video, è il pezzo più gioioso, con sfumature pop-rock e quei falsetti tanto cari a Jon, ma anche il pezzo dal suono più simile a quello a cui i Fratellis ci hanno abituato nel corso degli anni. Insieme a “Oh Roxy”, una doppietta che sicuramente farà danzare i fan quando i concerti dal vivo torneranno ad essere una meravigliosa realtà. “Hello Stranger” è la traccia che conclude l’album, con un tono quasi orchestrale come fece pure “I Am That” nell’eclettico album precedente. Le voci di Jon, Mince e Barry si alternano in maniera dolce ma sinergica, trasmettendo sentimenti di malinconico romanticismo e velando una sorta di omaggio al compianto Ennio Morricone.

In definitiva, i Fratellis hanno confermato con “Half Drunken Under A Full Moon” una crescente e rinnovata maturata musicale, connotata da una capacità stilistica e da un songwriting di spessore che restano i cavalli di battaglia del trio di Glasgow.

I Fratellis riescono a trasmettere sentimenti di dolcezza, spensieratezza, incertezza e preoccupazione che tanto ci appartengono, oggi più che mai. E lo fanno nella loro solita maniera, col mood ironico, positivo e solare che li ha contraddistinti dal 2006.

Un album che non porterà nuovi discepoli alla coorte della band, ma che è un premio e una celebrazione alla fedeltà e alla passione dei fan che li hanno sempre seguiti e, dopo questo album, continueranno sicuramente a farlo.


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